giovedì 16 giugno 2011

Aria di casa mia

Avete presente quando certe frasi e certe parole sono state usate così tanto in famiglia, che diventano poi dei modi di dire, delle frasi che si usano al momento giusto … spesso si tratta di frasi con parole inventate (da chi non si sa…) ma sempre utilizzate e quindi divenute comuni (però sul vocabolario quasi mai esistono) insomma, in casa mia, come credo in casa di tutti, ci sono delle frasi familiari che vengono comprese da tutti i componenti della famiglia e questo crea “aria di casa”.

Quando però queste frasi le usi fuori dall’ambito familiare, non sempre sono comprensibili, a meno che le persone alle quali ci rivolgiamo ci conoscono talmente bene, che ormai, non solo ne capiscono il significato, ma le hanno incluse nel loro parlare quotidiano.

Ecco quindi alcune frasi o parole usate spesso in casa mia (intendo la casa dei miei genitori), con accanto il significato.

-“biscotti vìnciti” (mettere l’accento sulla prima “i”): quando i biscotti non sono più croccanti a causa dell’umidità.
- “bibita svalonita”: quando le bibite gassate, come coca-cola, aranciata etc. hanno perso il gas e quindi non sanno di niente.
- “stare seduti sullo scrimolo”: stare seduti sulla parte più esterna della sedia per esempio, ma anche del letto, insomma quasi non-seduti, quindi scomodi.
- “chi c’è c’è, e chi non c’è,  un se ne sta a andà”: “chi c’è c’è, chi non c’è pazienza, partiamo lo stesso”.
- “la sarza”:  “la salza”, per intendere il ragù.
-“c’ho gli occhi accallati”: avere gli occhi che si chiudono per il sonno.
-“appetto a me, quella è un uscio”: “rispetto a me, quella è magrissima”, appetto sta per rispetto, probabilmente una contrattura della parola.
-“con lui, non mi ci cambierei nemmeno con l’unghie dei piedi che butta via”: usato per esprimere un senso di forte disprezzo verso una persona.
-“mi vado ad allopiare un po’ ”: “vado a fare un pisolino”.
-“la vuoi una boccettina”: “lo vuoi un succo di frutta?”; una volta c’erano le bottigline di vetro, non il bric... e quindi boccettina sta per succo di frutta, indipendentemente che sia vetro o bric.
-“quello lì è un po’ lernino”: per dire che una persona è un po’ particolare e noiosetta, che non gli va bene niente.
-“un fa’ tanti fii, i fii verdini ci sono a settembre”: letteralmente “non fare i fichi” (detto alla pisano/livornese) che sta a significare non piagnucolare, non ti lamentare per niente, non fare le bizze; da qui anche “un fa’ tanto ir fioso” per dire “non ti lamentare tanto”.
-“un c’ho un biccio, per fa cantà un ceo”: non avere i soldi, nemmeno per dare una monetina al cieco che chiede l’elemosina, ossia essere al verde, dove “biccio” sta per soldo.
-" ci si leva da tutti i 55": togliersi dall'impiccio di qualcosa, levarsi il pensiero di fare qualcosa...il perché del numero 55 non saprei spiegarlo.

Poi ci sono delle frasi proprio mie, spesso delle ovvietà, divenute ormai delle “massime”, eccole:

-“morire è l’ultima cosa che voglio fare”: penso che il significato di questa frase sia chiaro, non c’è bisogno di spiegazioni... perché forse uno potrebbe fare qualcos’altro?!?
- “per smorzare”: usato nel significato di alleggerire un cibo pesante con un’altro cibo, ma quasi mai corrisponde alla realtà, esempio lampante: alleggerire una torta di castagne con la panna montata... di certo non la rendiamo più leggera...anzi, rincaliamo la dose...
- “sembra di essere a Montecarlo”: questa frase l’ho utilizzata una volta, riferendomi ad un posto che assomigliava a Montecarlo, ma in realtà io a Montecarlo non ci sono mai stata...quindi la uso per dire che un posto assomiglia ad un altro, non conoscendo né l’uno né l’altro...ma avendo visto il posto sicuramente in televisione o in foto.
- “io il tedesco non lo so”: questa frase l’ho utilizzata durante un colloquio in Svizzera, dove sapere il tedesco aiuta...siccome non mi piace far credere ciò che non sono e ciò che non so fare, scelsi la via della sincerità e della trasparenza ... mi assunsero lo stesso... quindi, questa frase la utilizzo quando voglio mettere in chiaro che una cosa non la so proprio, o non la so proprio fare.
- “mannamoce Monica”: “mandiamoci Monica”, utilizzata durante una vacanza al Giglio per dire che sarei andata io a fare delle commissioni...quindi ora la utilizzo quando mi tocca andare a far qualcosa o andare in un posto.

Sicuramente me ne sarò dimenticata qualcuna, ma più o meno, queste che ho detto, sono le più comuni usate in casa mia e dai miei familiari.

E voi, avete frasi o parole che sono “aria di casa vostra”?

4 commenti:

Lorenza ha detto...

Fantastico il riepilogo delle frasi mitiche personali e di quelle di famiglia, noi di casa Ciurli avremmo la nostra serie di detti e modi di dire, ma per rappresentare Monica e casa Biasci mi sembra non manchi nulla.

Brava ancora una volta!

Sei la mia blogger preferita.

Saimon ha detto...

Mony, mi meraviglio di te!! Ti sei scordata il tuo cavallo di battaglia: VIENI VI' T'ADDESO IO!! ovvero: Simona, età compresa tra i 5 e i 18 anni, sempre costantemente sciagattata nel vestire, che veniva rincorsa da Monica la quale, da brava mammina surrogata, voleva addesarmi, ossia mettermi in ordine. Nella fattispecie mi spulizziva le maglie di solito briciolose di pane e olio e sale e mi rendeva un paio di pantaloni normali in ascellari.Tipo Fantozzi. :)

Elisa Lila Madrigali ha detto...

Lessico famigliare! Adoro questo genere di cose, queste chicche che mutano ma che alla fine si somigliano nelle nostre famiglie.
A casa mia la frase per antonomasia da ripetere ogni fine mese era "A pagà e a morì siam sempre a tempo" pronunciata dalla vociona di mi pà.
Resta negli annali la risposta della mia nonna ad un poliziotto che la scansò in malo modo da un banco di frutta in Piazza delle Vettovaglie: gli fece le corna con la mano dale dita piccole e storte dicendo
"Tò fumale, son nazionali!" :)

serefrance ha detto...

Bellissimo post e bellissimo ricordare il lessico di famiglia che fa la storia di ciascuno di noi! Il lessico si eredita dai familiari ma si esporta anche in altre famiglie: durante una vacanza all'Elba che mise a dura prova la resistenza fisica di Monica, "lo scrimolino" è stato adottato a tutti gli effetti anche dalla mia famiglia.
Invece ho ereditato altri detti:
"andrebbero visti da principio": lo diceva mia nonna alla fine di ogni film, anche se lo aveva visto veramente da principio, magari si era addormentata a metà o magari era troppo complicato e non ci aveva capito niente, noi lo diciamo quando ci si trova in situazioni troppo imbrogliate e non se ne viene a capo.
"a te come t'è andata?": lo disse mia nonna quando si trovò nel piatto una tristissima carotina lessa, ora lo diciamo in qualunque situazione ci si senta un po' sfortunati e ci si voglia ridere su!