venerdì 4 febbraio 2011

“L’oro di Pisa “


Non parlo di oro vero, ma di una pietanza semplice e povera: la torta di ceci, o cecìna, o farinata di ceci, a seconda di dove ci troviamo. Si tratta di una torta salata molto bassa composta da farina di ceci, acqua, sale e olio di oliva. Il composto piuttosto liquido, viene versato su di una teglia di rame e cotto in forno, assumendo un bel colore dorato dopo la cottura.

Ogni volta che si parla di questa pietanza, c’è una piccola “guerra” fra genovesi, pisani e livornesi nello stabilire chi l’ ha inventata.

Secondo una leggenda, pare che questa pietanza sia nata per casualità nel 1284, quando Genova sconfisse  Pisa nella battaglia della Meloria.  Le galee genovesi, cariche di marinai e vogatori prigionieri si trovarono coinvolte in una tempesta che causò la perdita di alcuni barilotti d'olio e alcuni sacchi di farina di  ceci si rovesciarono, mescolandosi con l’acqua salata. Dal momento che le provviste erano molto poche e la scelta non c’era, per sopravvivere i marinai decisero di recuperare il composto e mangiare quella purea di ceci e olio. Per cercare di renderla un po’ più appetibile, alcune scodelle vennero lasciate al sole, che asciugò il composto in una specie di frittella. Una volta rientrati a terra, i genovesi pensarono di migliorare la scoperta improvvisata, cuocendo la purea in forno. Il risultato piacque molto e, per beffa agli sconfitti, venne chiamato l'oro di Pisa.

Effettivamente le città in cui si può gustare maggiornamente questo piatto, sono proprio Livorno, Pisa e Genova, e devo dire, a mio modesto parere, che Livorno vince su tutte, fra le due “litiganti” si è aggiudicata il titolo.

A Livorno, la maniera più diffusa di mangiare la torta di ceci viene comunente chiamata “5 e 5”, perché nel passato si compravano 5 centesimi di torta e 5 di pane. Di solito infatti la torta di ceci si serve in un panino salato (detto francesino, da non confondersi però con la baguette francese), oppure in una schiacciatina, con del  pepe macinato sopra. La bevanda che si sposa perfettamente con il “5 a 5” è un bel bicchiere di spuma “bionda“.

Per chi volesse gustare questo tipico piatto povero e veloce, ma molto gustoso, consiglio a Pisa: da Filippo (in Via Corridoni vicino alla stazione), e da Pancino (in Via Benedetto Croce).
A Livorno consiglio: Seghieri (vicino a Piazza Cavour), da Cecco (vicino a Piazza Mazzini) e da Gagarin vicino al Mercato Centrale, dove una mamma con i suoi due figli vi serviranno alla livornese, il tutto “condito” da pittoresche litigate e discussioni, per tenere allegri i clienti...per me, la miglior torta di ceci!

Per chi poi invece si vuol dilettare a farla in casa, occorre innanzitutto una bella teglia di rame stagnato. A questo punto si può cominciare.

Ingredienti: 3-4 persone
250 g di farina di ceci
600 g di acqua
3 cucchiai di olio extravergine
1 cucchiaino di sale


Preparazione:
Si mescola la farina di ceci, con l’ acqua, il sale e un po’ di olio di oliva. Dopo di che il composto, piuttosto liquido, viene fatto riposare per alcune ore (da 2 a 10), mescolando di tanto in tanto, per evitare che si formino grumi.
Una volta pronto, il composto viene steso nella teglia di rame precedentemente oliata e introdotto nel forno.
Il forno deve essere ben caldo (250 gradi). Per la cottura di solito bastano 20-25 minuti, comunque la torta è pronta quando si è formata una crosta sulla superficie color oro, tipo bruciacchiato. Lo spessore del composto va dai 2 ai 4 mm.


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