giovedì 7 aprile 2011

Le mani in pasta

Non c’è niente di più anti-stress che impastare con le mani: affondare le dita nell’impasto morbido formato da farina, acqua, lievito e olio, dà un senso di sfogo e soddisfazione, e allo stesso tempo scarica la tensione; è un bel modo per rimettersi in pace con il mondo.
Non a tutti piace impastare, non a tutti piace l’appiccicaticcio di farina che rimane sulle mani, a me dà un senso di benessere e libertà, e il fatto di sporcarmi le mani per ottenere un prodotto finale da condividere con gli altri, mi appaga. 

Questa soddisfazione l’ho provata domenica scorsa, insieme ad un gruppo di amiche: l’occasione è stata creata appositamente, per fare il regalo di compleanno alla nostra carissima amica appassionata di cucina, infatti si è trattato di un “corso di cucina mirato”, nello specifico la focaccia ligure, eseguito in un agriturismo in Liguria. A dir la verità, la nostra amica non avrebbe bisogno di corsi, in quanto già “Super Cuoca Bravissima”, ma sappiamo che tutto ciò che ha a che fare con la cucina le piace, quindi il risultato è stato un “regalo azzeccatissimo” (parole della festeggiata).

Qui di seguito la ricetta della focaccia genovese (quella della cuoca Natalia dell’Agriturismo “Il Castagneto” a Castiglione Chiavarese):
Ingredienti
-500 gr di farina “00”
-25 gr di lievito di birra
-200 ml di acqua tepida
-2 tazzine da caffè di olio extra vergine di oliva
-vino bianco (q.b.)
-sale grosso (q.b.)
-olio per infornare (q.b.)
Procedimento
Se si procede a mano, sulla spianatoia fare una fontana nel mezzo con la farina, aggiungere un po’ di sale e versare lentamente l’acqua tiepida in cui si è sciolto completamente il lievito di birra (la temperatura dell’acqua non deve essere oltre i 37°), aggiungere subito le tazzine di olio e cominciare ad impastare, sino ad ottenere una palla molto morbida ma non appiccicosa (se l’impasto risultasse troppo duro, aggiungere vino bianco od olio, secondo i gusti). In alternativa, si può usare l’impastatrice. 
Sull’impasto a forma di palla, fare un leggero taglio a croce con il coltello, per aiutare la lievitazione, metterlo in un luogo caldo al riparo dalle correnti d’aria, coprendo con un panno.

Quando l’impasto sarà almeno raddoppiato di volume, trasferire in una teglia da forno (possibilmente di alluminio che è un buon conduttore di calore) unta di olio e stendere energicamente con le mani, cercando di usare il palmo della mano, per evitare che si formino dei fori.
A questo punto rimettere a lievitare, sempre coprendo con un panno, per circa 1 ora. Quando il tutto sarà diventato soffice e gonfio, ristendere tutto l’impasto cercando di coprire tutta la superficie della teglia, facendo attenzione che i bordi dell’impasto tocchino i bordi della teglia. Versare un po’ di olio, un po’ d’acqua e cospargere di sale grosso. Infornare alla massima temperatura del forno già caldo nel ripiano più basso, sino a che la superficie sarà colorita. Una volta sfornata, rivoltare immediatamente la focaccia sottosopra per far evaporare l’acqua, in questo modo si mantiene soffice e croccante.
Varianti
-con i pomodorini: affettare 500 gr di pomodorini, scolarli bene e distribuire sulla superficie con basilico e origano, prima di infornare
-con cipolla: affettare 500 gr di cipolle sottilissime, saltarle in padella per 5 minuti e cospargere sulla superficie prima di infornare
-con rosmarino: aggiungere sulla superficie aghi di rosmarino prima di infornare

Il risultato di domenica scorsa è stato buono, bisogna vedere quando proveremo a farlo da sole cosa verrà fuori, sicuramente qualcosa di appetitoso, ne sono convinta...e useremo un po’ meno d’olio...

Una cosa che mi ha colpito e che non conoscevo, è stato il fatto di aggiungere dell’acqua sulla superficie della focaccia, prima di infornare... sembra che la renda più soffice e friabile...non si smette mai di imparare!

Curiosità:
In Toscana la focaccia si chiama schiacciata, infatti ecco l’etimologia della parola:
rumeno pogace, provenzale fogassa, francese fouace, fouasse, catalano antico ‘ogassa, spagnolo hogaza, portoghese fogaza: dal pass. latino focacia femminile di focacius che significa cotto al focolare (latino focus);  pezzo di pasta schiacciata e di forma rotondeggiante che si cuoce in forno o sotto la brace detta comunemente schiacciata.

Una cosa che ci è piaciuta molto in sostanza, è stata quella di condividere una giornata diversa dal solito, prendendoci anche un po’ in giro, da notare infatti i vari soprannomi scritti sui grembiuli e sui cappelli...per la precisione: Paola (Pomodora), Arianna (Asparagia), Silvia (Cecia), Monica (Broccola) e Lorenza ovviamente ... SUPER CUOCA.

In più, all’ora di pranzo ci hanno raggiunto altri amici e abbiamo trascorso una bella domenica di sole all’aperto, “con le gambe sotto al tavolino” (come si dice dalle nostre parti, per esprimere la convivilità).

P.S. domenica scorsa, al corso abbiamo imparato anche altre ricette...ve le dirò nelle prossime puntate...un po' alla volta...non sia mai che ci venga voglia di cucinare tutto insieme! 

Per le foto, ringrazio tanto Silvia e Davide.

4 commenti:

Lorenza ha detto...

Condivido in pieno quanto ha scritto Monica, anche per me è sempre un divertimento ed una soddisfazione realizzare con le mie mani qualcosa, e se poi si fa anche mangiare...

E' stata proprio una bella giornata ed durante il corso abbiamo imparato varie ricette nuove che dovremo sperimentare al più presto: MOM VEDO L'ORA DI PROVARE A FARE LA FOCACCIA LIGURE!!!

Grazie ancora per il regalo che è stata una bella occasione sia per imparare cose nuove, che per stare in ottima compagnia di aiutanti insostituibili.

Baci Lorenza

stefania ha detto...

... purtroppo non ero presente a questo mitico evento, però anche a me piace infinitamente mettere le mani in pasta, sporcarle, manipolare nell'atto di amalgamare le sostanze e creare ... mi diverte e rilassa al tempo stesso ... e comunque ... grazie al blog ho scoperto il segreto della focaccia ligure ... grazie monica !!!!!

Federico ha detto...

BRAVE, BUONO, "BELLE"!!! :-)

Monica ha detto...

Paola S. ha scitto questo tramite e-mail:
In un Italia dove ormai tenere "le mani in pasta" ha assunto un significato sempre più avvilente e l'atteggiamento, ahimè, è sempre più diffuso, fa piacere ritrovarsi a leggere una buona ricetta condita con fantasia, allegria e amicizia.