lunedì 3 gennaio 2011

L’epifania tutte le feste le porta via




Mi ricordo quando ero piccola che la sera del 5 gennaio preparavo un piattino con dei biscottini e un bicchiere di latte da far trovare alla Befana che sarebbe scesa durante la notte dalla cappa della cucina, per riempire la calza. Il giorno dopo, trovavo la calza piena di caramelle, cioccolatini, noci, mandorle, arance, mandarini, fichi secchi, aglio, peperoncino e a volte un po’ di carbone...però di zucchero...

Poi mi ricordo che quando ero un po’ più grande, la Befana l’ho fatta io!...nel senso che mi sono travestita con vecchi abiti trovati in garage, un grembiule, una mantellina di lana sulle spalle, tanta stoppa in testa per sembrare più vecchia, una pezzola in capo e una grande scopa di saggina...la mia amica Simona se lo ricorderà bene, perché mi aiutava nel travestimento...e le risate ovviamente non mancavano, anche la mia cugina Manola se lo ricorderà, perché il figlio era ancora piccolo e alla Befana ci credeva...anche la mia cugina Barbara si ricorderà che una volta siamo andate in giro per Livorno, lei mi accompagnava, io vestita da Befana e i bambini ci fermavano per chiedere il regalo...devo dire che ho un bel ricordo di questa tradizione!

La leggenda bella Befana narra che i Re Magi in viaggio per Betlemme avessero chiesto informazioni sulla strada ad una vecchietta, e che avessero insistito perché lei andasse con loro a portare i doni al salvatore. La vecchietta rifiutò, ma poco dopo, pentita, preparò un cestino di dolci e si mise in cerca dei Magi e del bambino Gesù. Non trovandoli bussò ad ogni porta e consegnò dolci ai bambini sperando di potersi così far perdonare. La Befana diventa quindi una specie di strega buona, vestita di stracci, che vola sopra i tetti con una scopa, portando piccoli doni, dolcetti e carbone a chi non è stato buono.

Il significato della ricorrenza dell’Epifania nell’antichità rappresentava la morte e la rinascita della natura dopo il solstizio invernale. La Befana ci ricorda che dopo le feste si torna a lavorare la terra per avere nuovi frutti, da qui l’usanza di dire “l’epifania tutte le feste porta via”, perché è proprio dopo il sei gennaio che il contadino ricominciava a seminare e i lavori riprendevano, sperando in un prosperoso raccolto per l’anno nuovo.

Ecco la filastrocca della Befana:

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta un sacco pien di doni
da donare ai bimbi buoni.
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
se ne compra un altro paio
con la penna e il calamaio.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la gerla sulle spalle
e le calze rosse e gialle.

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