sabato 19 marzo 2011

L'ordine invisibile

C’è una canzone di Claudio Baglioni che in questi giorni mi suonava in testa, soprattuto una strofa, che dice: “io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto”...l’avrete riconosciuta subito tutti, la canzone è Stradafacendo, molto bella a mio parere, ma non voglio parlare di canzoni, bensì di cassetti.

Ecco, secondo me, la strofa citata, descrive benissimo la condizione in cui si sono trovati in questo ultimo periodo i miei cassetti...intendendo per ultimo periodo, da un po’ di mesi a questa parte...

Di solito in tutte le case c’è un cassetto o al massimo due, dove teniamo un po’ di tutto: foglietti con numeri di telefono sparsi, locandine di spettacoli ormai visti, bollette della luce, penne quasi mai funzionanti, carte da gioco, vecchi biglietti del treno e tantissime altre cose di tutti i generi e molto spesso inutili, tutte mescolate fra loro. Quasi sempre questo mix si trova nei cassetti non adibiti a cose specifiche, quelli generici appunto…ecco, sono giunta alla conclusione che di questi cassetti “non specifici” ce n’ho troppi, che equivale a dire: tanti cassetti generici = più disordine.

Questi cassetti generici si disordinano prima degli altri (di quelli della biancheria per esempio…ma anche quest’ultimi ogni tanto hanno bisogno di una rassettata).
Ecco che allora, in un giorno inaspettato, per cercare di trovare la bolletta da pagare che sta per scadere, o la ricetta del dottore per andare in farmacia, ci ritroviamo a svuotare completamente questi cassetti per buttare via ciò che occupa spazio inutilmente e risistemare tutto; lo facciamo per un bisogno impellente, quasi sempre, difficilmente come cosa programmata…perché fortunatamente c’è sempre qualcosa di meglio da fare che sistemare i cassetti, ma arriva un momento che va fatto.

In realtà, quando i cassetti sono chiusi, nessuno sa se sono in ordine. L’atto di mettere in ordine cassetti, penso sia una cosa che facciamo per noi stessi (oltre che per trovare le cose al posto giusto, ovviamente), ma soprattutto credo sia un modo per voler riordinare anche le nostre idee e i nostri pensieri. Probabilmente è una cosa che psicologicamente fa bene, anche se nessuno lo vedrà, noi però lo sappiamo: è un ordine invisibile. 

Immagine: "Il cassetto" di Wolfango (acrilico su tela)

3 commenti:

Daniela ha detto...

Direi che riordinare le cose rappresenta un atto "catartico"... pulendo il mondo esteriore che ci circonda mettiamo in ordine il nostro mondo interiore!!!

stefania ha detto...

... è come prendersi un tempo per riordinare il passato e affrontare il futuro pensando di avere le idee più chiare ...

Monica ha detto...

entrambe avete colto nel pieno, avete capito ciò che intendevo dire, grazie!