Scarpe color sangue.
Scarpe da donna, ma senza donne.
Nel 2009, l’artista messicana Elina Chauvet raccolse
fra amiche e conoscenti 33 paia di scarpe rosse, realizzando attraverso il
progetto “Zapatos Rojos” una installazione
per le strade di Ciudad Juarez
(città che si trova alla frontiera fra il Messico e gli Stati Uniti),
dove per la prima volta è stato adoperato il termine femminicidio.
L’installazione rappresentava il simbolo di una
marcia silenziosa di protesta per le donne che non c’erano più, rapite e/o
uccise e mai più tornate a casa. Da quel momento il progetto “Scarpe Rosse” ha
fatto il giro del mondo e oggi 25 novembre, in occasione della Giornata
Internazionale contro la violenza sulle donne, in molte città vengono fatti flashmob,
spettacoli e rappresentazioni per ricordare la vicenda del 25 novembre del
1960, avvenuta nella Repubblica Domenicana, in cui le sorelle Mirabal che si
recavano a far visita ai loro mariti in prigione, vennero bloccate sulla
strada, portate in un luogo appartato, torturate, strangolate e massacrate e
poi gettate da un precipizio sulla loro auto, per simulare un incidente.
2 commenti:
Che bel pensiero! Brava Monica!
:-)
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